Le risposte sono qui riportate in forma sintetica; per maggiori dettagli consultare le altre pagine del presente documento.
Scarico fumi di almeno 80 mm di diametro.
Presa aria nel locale di almeno 80 cm².
Attacco mandata e ritorno a collettore ¾" G
Scarico in fognatura per valvola di sovrapressione ¾" G
Attacco per carico ¾" G
Allacciamento elettrico a impianto a norma con interruttore magnetotermico 230V +/- 10%, 50 Hz
Valutare la divisione del circuito idraulico primario da quello secondario.
NO. Un uso senza acqua compromette la termostufa.
NO. La maggior parte del calore prodotto viene trasferito all'acqua.
La termostufa immette una minima quantità nel locale di installazione sotto forma di irraggiamento dal vetro del focolare.
NO, come per ogni altra caldaia, è necessario collegarsi ad un collettore da dove poi l'acqua viene distribuita ai termosifoni.
E' possibile produrre acqua calda sanitaria valutando la potenza della termostufa e l'impianto idraulico.
NO, lo scarico a regola d'arte (UNI 10683) deve raggiungere il colmo del tetto, e comunque per il buon funzionamento è necessa-
rio un tratto verticale di almeno 1,5 metri; ci ad evitare che, in caso di black-out o di vento, si formi seppur modesta quantità di
fumo nel locale di installazione.
Sì, per un ripristino dell'aria utilizzata dalla termostufa per la combustione; l'estrattore fumi infatti preleva l'aria del locale per
portarla nel crogiolo.
La temperatura dell'acqua desiderata o la temperatura nel locale; la termostufa modulerà di conseguenza la potenza per ottenerla o
mantenerla.
Per impianti piccoli è possibile impostare una modalità di lavoro che prevede spegnimenti e accensioni della termostufa in funzio-
ne della temperatura dell'acqua raggiunta.
Prima di ogni accensione a termostufa spenta e fredda.
Sì, almeno una volta al mese e quando la termostufa resta a lungo inutilizzata.
NO. La termostufa è progettata per bruciare pellet di legno di 6 mm di diametro, altro materiale pu danneggiarla.
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